sabato 2 maggio 2009

lotta di classe


La struttura della societa' odierna,ci porta a ridisegnare i termini di una nuova lotta tra operai e padroni,investendo in tutte le strutture del capitale.
La lotta non deve prepararsi ad esempio per il rinnovo dei contratti,ma contro gli stessi,pattuiti tra sindacati e padroni che hanno portato alla paralisi odierna.
Bisogna riparlare di abolizione delle categorie,perche' oggi esse esistono in quanto "differenze salariali gestite dal padrone".
Insieme a ciò ,abbattere il sistema sindacale insito radicalmente nel sistema e cominciare ad autogestire la propria lotta di classe.
Sganciare-come allora rivendicava "Potere Operaio"-il salario dalla produttivita' sociale,attaccando tutte le strutture entro cui si realizza la circolazione del profitto nella societa'.
Passare così,ad una lotta sociale di massa,contro i contratti e contro lo stesso stato.
Stato che,con una riforma del lavoro pro-padrone,ha dato il via ad una nuova schiavizzazione del dipendente,non piu' oltremodo tutelato dalle leggi,eluse dai nuovi format di contratto inventati.
Lo sfascio di ogni settore produttivo,specialmente pubblico,ha dato ancor piu' potere ai padroni,rendendo piu' deboli e ricattabili coloro che producono la loro ricchezza.
L'oppio propinatoci col potere mediatico,l'ormai nauseante caduta di ogni ideologia ,ha portato il lavoratore a perdere il contatto con la propria realta' di sfruttato.
Lavoro arduo,duro sara' allora quello di ricreare la concezione di "lotta di classe contro il potere",che i nuovi governatori di questa insulsa terra han volutamrente cancellato dal nostro DNA.
Per questo la necessita' di ricreare e non abbattere le ideologie,riprendersi cio' che i dirigenti di destra e di questa finta sinistra han voluto toglierci:credere cioe' che il nostro vero scopo non è quello di accettare lo stao di fatto attuale ma di abbatterlo.

3 commenti:

  1. grazie della testimonianza postata nei commenti del mio blog
    un caro saluto
    ila

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  2. Ricordo come fosse oggi i sindacalisti, trasformarsi in promotori finanziari alla vigilia della scelta sulla destinazione del tfr. Ricordo d'averne contestato più di uno durante una assemblea, gli contestavo il fatto che in quel preciso istante non stessero tutelando i lavoratori, ma solo i loro interessi, mi risposero che io ero in malafede, ancora oggi sono convinto che ovunque i capitali si intreccino con la politica noi avremo davvero poco da fare. E le maniere forti non fanno per me. un caro saluto.

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  3. Ah Giovà, mi pare un comunicato delle BR.))) Scherzi a parte, ultimamente seguo molto Rai Storia, un nuovo canale messo a disposizione dal digitale terrestre dove vengono spesso riproposte vecchie interviste fatte in giro per l'Italia alla gente comune e a grossi imprenditori. E' sorprendente constatare come in cinquanta anni non sia cambiato niente. Cambiano i nomi delle riforme ma di fatto l'operaio, il salariato se la prende sempre in culo. E temo che abbia ragione Gians nel finale.(((

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