
L’odore del pane appena sfornato era come un elisir che mandava in estasi la mia mente; prendevo il nonno per la mano e tirandolo lo pregavo di portarmi al panificio quasi di fronte casa, per guardare come, quella donna così anziana e pure così vigorosa, riuscisse a dare a quell’insignificante ammasso di lievito,acqua ,farina e sale,l’aspetto così bello che poi,uscito dal forno,emanava anche il profumo che oggi in pochi ricordiamo.
E la guardavo mentre col coltello,infliggeva alla pasta alcune larghe ferite e ridendomi chiedeva se ne volevo un po’;mi piaceva il sapore della pasta prima che fosse infornata,tutte le frattaglie che rimanevano sul tavolo le prendevo ,ne facevo una piccola palla e pian piano le mangiavo:
Il forno a legna,la signora,quel casolare e mio nonno,quel piccolo orticello dove peperoni,pomodori e lattuga convivevano tranquillamente,l’immagine completa di cio’ che dava alla mia età una sensazione di serenità quasi assoluta.
Pochi minuti fa,mi son recato presso il panificio vicino casa,dove oggi abito da sposato;ho guardato il proprietario:il sudore si faceva strada sul suo viso,superando le difficoltà create dalle rughe e dalla fronte corrugata dell’uomo.
Mi saluta e con un sorriso amaro muove la testa a destra e sinistra ,facendomi capire che così non si puo’ andare avanti;quel caldo e lo stress che accompagna la giornata,gli crea molti problemi di salute e il medico gli ha sconsigliato vivamente di continuare a lavorare in quelle condizioni.
Facile a dirsi,mi spiega;ha cinquant’anni e sin da piccolo è cresciuto con quel mestiere in mano;adesso mantiene la famiglia, gli studi dei figli e da qualche parte i soldi devono arrivare,allora abbassa la testa mestamente e ridisegnandosi quel sorriso in viso,mi chiede quanti pani voglio.
Ciao Giovanni..
RispondiEliminaRicordo anch'io quel profumo
Sai, leggendo questo tuo post
mi sembrava di aver fatto un tuffo nel passato
Quell'odore che il pane di oggi nn ha più..
Già facile a dirsi.. meno a farsi
Una persona che ha passato la vita
a far crescere quella pasta
sotto le dita..
coccolata massaggiata
cm un figlio
E cn essa è riuscito a portar avanti
la famiglia cn tt le esigenze che ne comporta
Quel sudore in quella pasta
che magicamente prende forma
e si colora con il calore..
portando l'oro in tavola
Quella persona è nata tra quelle mura
e difficilmente lascerà quel lavoro
tanto amato
Buona serata
Ca..
Buongiorno, Giovanni...buon anno a te e agli ospiti del tuo blog.
RispondiEliminaIl tuo post mi ricorda il tema trattato da Padre Enzo Bianchi, priore di Bose, nel suo recente "Il pane di ieri", pubblicato da Einaudi e di cui ho brevemente parlato sul Travaso. Credo che tu lo conosca...ma, in caso contrario, mi permetto di consigliartene la lettura...:-)))
A presto e grazie per l'attenzione
" C'era una volta NONNA CLEMENTINA che ripeteva alla nipotina :Grande è l'arte della cucina ma fare il pane è salutare, perchè chi sa ben fare sa anche comandare.
RispondiEliminaUbbidito ha la Nonna la bambina , la ricetta è antica perchè
il pane lievita con fatica !!!! Il pane ha l'onestà della fame , questo dice Donna Vittoria alle Dame .
Quell'arte non va dimenticata
infatti spesso il pane
cuoce con l'arrosto .....
intorno .......niente fumo e tutto a posto !!!!!
GIOVANNI , mi hai ispirato un ricordo alla mia STUPENDA NONNA CHE MI HA INSEGNATO A FARE IL PANE . GRAZIEEEEEEEEEE.
@ Mario:grazie peril commento e per l'ottimo suggerimento che sicuramente prendo in considerazione visto che mi piace tutto cio' che puo' regalare qualcosa in piu' alla cultura personale.
RispondiElimina@Vittoria:bellissimi i versi e so' che certe usanze ci ricollegano ad anni passati:ricordi dolcissimi della nostra infanzia e dei nostri cari...grazie per il passaggio.:-)
auguri.
RispondiEliminacondivido il piacere dell'odore del pane, buona giornata
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