sabato 19 settembre 2009

Toxic Waltz



(Basato su un fatto realmente accaduto e da me riadattato)

Si sveglio' con un tremendo mal di testa.Erano sicuramente passate le tre della notte,se ne accorgeva dall'aria fredda e pungente di Febbraio;si alzo' dalla panchina,stirando tutti i muscoli del corpo,come un gatto appena sveglio,e pian piano,con una sensazione sgradevole di nausea,si avvicino' alla fontana sita al centro della piazza,per sciacquarsi il viso e tornarsene a casa.

Il centro cittadino era quasi del tutto deserto,tranne qualche auto che sporadicamente,passava con gente che si recava perlopiu' verso il luogo di lavoro a turni,come le acciaierie e gli stabilimenti petroliferi della zona.

Si rese conto che anche lui doveva darsi da fare;iniziava una nuova giornata,durante la quale doveva necessariamente accumulare quelle 100 euro necessarie per comprare la sacra quotidiana dose di eroina,che gli avrebbe permesso di trascorrere con serenita' le ore giornaliere successive.

Con quelle poche dosi di ashish che aveva,ne avrebbe potuto ricavare neanche la meta' di quanto gli serviva per tutta la giornata,ma meglio cercare di accumulare subito.

Nel cortile di fronte,una ragazza era appena arrivata col proprio scooter e dopo averlo posizionato sul cavalletto,sistemo' lo scivolo di legno sotto il gradino della porta di casa,per poter entrare tranquillamente il mezzo.

Le tre del mattino,una porta d'appartamento aperta,una ragazza sola:poteva esserci occasione migliore per iniziar al meglio il lavoro diurno?

Si accosto' in penombra dentro il cortile,dopo aver atteso che la ragazza portasse dentro lo scooter e si fosse apprestata a togliere lo scivolo per richiudere definitivamente la porta.

La prese di schiena,tappandole la bocca con una mano e con l'altra puntandole un coltello al fianco destro;

gli occhi di lei erano terrorizzati;la costrinse ad entrare in silenzio;tutti dormivano e nel buio del sottoscala comincio' a colpire uno,due,cinque,dieci volte.

Si introdusse con cautela nelle stanze al pianterreno,accorgendosi che quelle da letto si trovavano tutte al piano superiore.

Apri' i cassetti del salone,dove riusci' a recuperare delle posate in argento,alcuni oggetti in oro,e trecentocinquanta euro in contanti,nascosti in un fazzoletto di stoffa.

Mise i soldi in tasca e la refurtiva nella parte interiore del giubotto e usci' velocemente,allontanandosi dall'appartamento e dalla piazza,per andar di corsa verso casa.

Per strada penso' che per un paio di giorni sarebbe potuto star tranquillo,si era procurato il necessario e poteva agire con calma per i giorni successivi.

Spesso si girava indietro,come per paura di essere seguito e anche per assicurarsi sempre piu' che si stesse allontanando da quella casa.

Si fermo' d'un tratto,e comincio' a guardarsi attorno;la citta' dormiva serena e dalle case immaginava provenire istantanee di vita da lui mai vissute;ma che freddo;e quella ragazza?Era morta?Stava soffrendo ancora dopo una serata passata col ragazzo o con gli amici?Con che diritto aveva distrutto quella storia di vita?Aveva spezzato sogni e bruciato aspettative...Per cosa?Per quella merda che al contatto col suo sangue gli mandava una scarica di adrenalina mostruosa,che presto lo avrebbe reso schiavo di un altro crimine?E se era arrivato ad uccidere,cosa avrebbe potuto fare ancora?

Usci' il coltello dalla tasca,ancora sporco di sangue;lo fisso'.

Lacrime cominciarono a fluire sul viso,mentre le tempie martellavano incutendo un profondo dolore alla testa;

fu deciso...li' dove da tempo la vita gli aveva inflitto l'onere della sofferenza,con poche centinaia di euro in tasca e col viso di quella ragazza davanti a se'...li' con la luna che voleva lasciar il suo posto e col cielo che illuminava i suoi passi agonizzanti...

netto fu il taglio alla gola e interminabili e dolorosi i minuti di sofferenza....ma li' col suo sangue a colorar le dure strade che lui conosceva da tempo fini' la sua corsa e il suo odiato walzer con la droga.

8 commenti:

  1. Hai un blog quasi da studiare...grazie del tuo passaggio da me :)

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  2. Ciao, che storia, vera ne sono certa! La droga un mostro.....ti accende e poi ti spegne! Quel ragazzo aveva ancora mantenuto una coscienza ma il suo senso di colpa e il suo non senso della vita, ha fatto il resto.............Peccato, la disperazione fà fare cose inconsulte e distruttive! Un bacio e si, le mutazioni si vedono, tutti i virus vari, la natura deforme, tronchi di alberi con groppo-tumori mostruosi......voglio salvarlo questo pianeta accidendenti........buona serata e "racconto-verità-straziante" e ben scritto!......Sono Luisa non un anonima ma non mi ha permesso di entrare il tuo blog....sono "Eternità"...........ciao

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  3. è un post da silenzio, un post che lascia con la bocca asciutta e il rammarico di appartanere ad una umanità cosi dolente e disperata da perdere il rispetto di sè e degli altri.
    lo svilimento in una dipendenza mortale è uno dei massimi degradi dell'anima, della psiche, dello spirito, del corpo.
    è una storia vera,come tante storie vere, purtroppo.
    un saluto GIovanni:);)

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  4. Dice bene Margot, quando parla di rispetto che non esiste ne per se ne per gli altri.
    Anche se il rispetto perso o mai dato non è una giustificazione che vale o almeno che vale sempre. Che poi parlandoci chiaro, tutti noi siamo cosi' presuntuosi da sapere cosa sia il rispetto? Guarda in che mondo viviamo. Guarda come ci siamo ridotti. Guarda cosa abbiano attorno, a destra, a sinistra e dentro le nostre viscere. Rancore, rabbia, spesso ipocrisia, spesso perdiamo persino il senso di noi stessi ma siamo ciechi abbastanza da pensare che lo abbiano perso solo gli altri. Questa è una vita crudele e difficile. E basta davvero poco per cadere oltre la linea, basta un attimo e ci si ritrova a pensare che una dose di eroina cambi lo stato delle cose, che pur di essere sereni artificialmente siamo disposti a passare sopra il cadavere del prossimo. Ci sono i benpensanti che dicono che i drogati siano solo degli sfigati e sfaccendati, degli esseri umani falliti. Ma io mi chiedo: quanti di noi passano sopra il corpo del nostro prossimo per ottenere qualcosa? Della serie, siamo tutti qui.
    In questo tuo racconto si parla di una persona ammalata che toglie la vita e togliere la vita al prossimo è sempre da condannare, e non c'entra qui il rispetto. C'entra solo la concezione che abbiamo del prossimo e della vita. Ma noi che non siamo "drogati" di eroina ma spesso solo di onnipotenza non facciamo parte per caso di una societa' e di un governo che manda ragazzi a morire? E se fosse il caso gli stessi devono difendersi e ammazzare a loro volta? Questa è altra storia sia chiaro, con l'unica differenza che i morti sono sempre morti e il rispetto della vita non è certo soggettivo. Ma qui sforiamo in altro argomento.

    Ma quella lassu' con il Che non sono io? :)))
    Ciao Giovanni.

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  5. Si..li' sopra sei te,con il mio alter ego :-)))
    Grazie per il tuo passaggio dal mio blog,è per me un'immenso piacere leggere commenti seri e acculturati...precindendo dall'essere o non essere d'accordo su di un tema..un saluto!!!

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  6. Non so che dire. Solo che se ti muovi in un determinato contesto sociale le storie che trovi tendono alla tragedia in una maniera o nell'altra.

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  7. Da Margot a mio capitno,passando per Celia ,Angela e i pochi altri che son venuti qui nel mio blog...vi ringrazio per i modi molto signorili con i quali discutete con me e commentate...spero di avere sempre e solo gente come voi (pochissimi..ma buonissimi)...non è lecchinaggio ma verita'...!!!grazie

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  8. Mi piace lo stile con cui scrivi e descrivi nei tuoi "racconti". Sequanze lucide ed asciutte, senza manierismi, arrivano dritte.
    Tematica dolorosa e disperante. Mi viene rabbia tutte le volte che penso alla droga.. lo so ci dovrebbe essere anche comprensione e compassione.. ma a me viene soprattutto rabbia.

    p.s. grazie per le cose sempre carine che scrivi da me :)

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